Articolo scritto da Alice Pellegatta – rif. Progetto Gaia*
4 ottobre 2019
Circa 108 milioni di risultati su Google. 50.000 libri su Amazon. Innumerevoli lezioni su Youtube, parecchi Ted Talks dedicati. Definita da Wikipedia come “un’attitudine che si coltiva attraverso una pratica di meditazione volta a portare l’attenzione del soggetto in maniera non giudicante verso il momento presente”, la Mindfulness sta dilagando.
Nonostante le mie resistenze, perché non provare?
Mi ci sono trovata “per caso”, come conseguenza dell’aver scelto di frequentare un’accademia di counseling olistico, che, appunto, utilizza come tecnica principale la Mindfulness.
Venendo dal mondo dello Yoga avevo qualche ritrosia, seppur consapevole che si trattasse di un pregiudizio: questo nome inglesizzato, tutto questo parlarne… come fosse un modo di portare al mondo (e al mercato) occidentale una pratica antica quale la meditazione, anche a costo di semplificarla.
Semplicità, appunto, è quello che ho trovato. Semplicemente stare. Trovo che la definizione di Wikipedia sia molto adeguata, in effetti! Stare nel qui ed ora e scoprire che in ogni momento momento presente ci sono un sacco di cose e che si può imparare a scoprirne sempre di più. Il corpo, i micro movimenti che accadono, le tensioni, il piacere, le percezioni sensoriali, le emozioni, i pensieri, i to do, le paure, la lista della spesa… sì, anche quella può arrivare! E il bello è… accorgersene! Prendere semplicemente atto di quello che c’è e sentirsi vivi proprio così.
E tutta questa semplicità fa bene alla nostra società, al nostro mondo occidentale sempre preso dagli affanni, dalla frenesia, dai programmi, dagli input, dalle performance, dall’esterno… un modo alla portata di tutti per tornare a contatto con se stessi, con la propria capacità di accorgersi di essere vivi.
Non serve avere esperienza di meditazione, conoscenza di mantra, mudra, yantra, né saper riconoscere i chakra più elevati, né allenamento a stare seduti a gambe incrociate. Occorre solamente una buona disposizione all’apertura, curiosità di scoprirsi e desiderio di sentirsi vivi, sentirsi sè stessi, sentirsi – nonostante e insieme agli impegni, le paure, le cose da fare, i giudizi, i pensieri.
Consapevolezza è la parola che per me ha sempre descritto lo Yoga e ho scoperto con piacere che è la stessa destinazione della Mindfulness. Ora so che le strade possono essere molte, si integrano e… portano tutte alla stessa meta: se stessi.
Alice
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*Nell’accezione psicosomatica olistica del Progetto Gaia, il protocollo di Mindfulness è limitato a tecniche di base, con l’obiettivo di educare alla consapevolezza di sé e del nostro pianeta.
Il Progetto Gaia è stato supportato dal Ministero dell’Istruzione (Miur) e dall’Unesco in quanto riesce a trasmettere in modo semplice concetti e strumenti utili al benessere psicofisico di adulti e piccini. Oltre a pratiche di Mindfulness, gli incontri del Progetto prevedono anche esercizi di bioenergetica, momenti di condivisione, disegno psicosomatico e concetti scientifici tratti dagli studi contemporanei di neuroscienze.